Le attività nelle scuole ci piacciono perché quando i giovanissimi incontrano il programma Special Olympics, è magia
La scintilla scocca quasi subito: creare uno spazio dove durante l’attività motoria non c’è competizione ma semplicemente voglia di mettersi in gioco, tira sempre fuori il meglio di noi Stefania, la nostra direttrice regionale, ci racconta che il segreto è creare un clima che vada bene per tutti, dove ogni alunno, nessuno escluso, si senta accolto; l’effetto principale (nonché il più bello), è che ognuno si sente libero di esprimere se stesso: così succede – per davvero eh – che in una classe dove un compagno con autismo aveva avuto qualche difficoltà a integrarsi appieno nel gruppo, un ambiente calmo, senza competizione ma aperto a tutti, gli permetta di farsi avanti senza dubbi o difficoltà, e di diventare parte attiva della classe
E a sottolinearlo sono sia le azioni, che l’intera classe: “è bello Special Olympics – ci avevano detto – perché per la prima volta tutti abbiamo giocato insieme” “Spesso – ci spiega Stefania – si guarda a Special Olympics come un programma rivolto solo a persone con disabilità intellettive, senza notare il valore aggiuntivo che ha per la società tutta”
Perché in realtà, aprirsi al mondo, includere, giocare insieme, riflettere, ascoltare, fare squadra prima sul campo, poi contro il pregiudizio, è un’opportunità valida per tutti
E noi, quest’occasione, non vogliamo proprio perderla
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