Riccardo è nato nel 1992 a Perdaxius, comune del Sud Sardegna dove – dichiarazione di questi ultimi giorni – vorrebbe fare il sindaco.Dice che mancano cose per i giovani, che lui avrebbe una soluzione e noi, al suo progetto di socialità, ci crediamo un sacco.Prima di tutto perché le opportunità di scambio, dialogo e gioco non sono mai abbastanza .
Poi perché Riccardo sa il fatto suo, e la sua è una storia ci insegna che la socialità e l’inclusione, sono la miglior soluzione per far sentire tutti e tutte noi, pienamente vivi.La sua passione, è il disegno. Non è stato un bambino amante dei giocattoli: mamma Delia racconta che i suoi giochi non li calcolava granché, bastavano un foglio e una matita dove disegnare la realtà e attraverso i quali raccontare e raccontarsi.
Così capitò che all’età di tre anni e mezzo, dopo aver visto la pubblicità di Amici, realizzò perfettamente la grafica del programma su un foglio annunciando al mondo che lui, non si sa bene come, sapeva già leggere e scrivere, senza commettere alcun errore. Poi pochi anni dopo, andando alla ludoteca, la macchina rallentò per lavori in corso dai quali rimase incantato e ai genitori, di ritorno dalla ludoteca, fece vedere un disegno (ancora una volta) perfetto del panorama nel quale erano rimasti fermi: i cartelli stradali, l’asfalto fresco, le macchine. Riccardo andava spessissimo in ludoteca perché la sua passione è il disegno, ma la sua difficoltà era quella di comunicare, di rapportarsi all’altro; di avere degli amici.All’età di sette anni, Riccardo e la sua famiglia iniziarono a sentir parlare della parola “autismo”.
Una risposta a dei dubbi sorti da tempo, davanti a un bambino dagli occhi grandi e scuri che all’età di due anni e mezzo, però, ancora non parlava.Il mio cuore ha sofferto, dice mamma Delia. Ma ha continuato a battere.
Da ciò la decisione di andare “ogni santo giorno” in ludoteca, “perché volevo si rapportasse con altri bambini, non volevo stesse sempre a casa a disegnare, da solo”.Gli anni passano tra scuola, ludoteca, biblioteca e la sempre presente matita per disegnare. Dal 2008 però, la storia cambia. Non subitissimo, ma diciamo che piano piano qualcosa inizia a mutare. Riccardo incontra un gruppo di atleti, e se ne innamora. Stefania, la sua educatrice – che oggi è la nostra direttrice regionale – gli racconta di un movimento sportivo bellissimo, in cui si fa sport ma ancor prima, si fa amicizia. Un po’ di timori iniziali ci sono, ma non tanti e non troppo importanti da superare perché infondo, quello che a Riccardo mancava, era un gruppo di amici, e questa era la giusta occasione. La partecipazione alle attività di Stella Speciale, realtà parte del nostro Team Sardegna, ha inizio, orologio al polso: per Riccardo era importante scandire il tempo e controllare quando fosse ora di tornare a casa.
Dal 1992 di acqua ne è passata tanta sotto i ponti, ma dal 2008, quel rigagnolo d’acqua è diventato un torrente in piena voglia di autodeterminarsi. Di essere consapevole, quindi.La matita c’è sempre: la passione, quella coltivata fin dalla più tenera età, è ciò che rende Riccardo eccezionale e unico; è un valore aggiunto, ma non è il solo.
E no, non lo sono neanche il nuoto, il calcio, o qualunque sport adesso ami praticare.
È la voglia di essere in società a fare la differenza, non più solo di osservarla per poi riportarla in un foglio da disegno, ma viverla.Esserne protagonista attivo e comprendere da solo, in autonomia che – come oggi ci insegna Riccardo, ogni giorno – controllare l’orario, non è più necessario quando si è con i compagni.
Non c’è una giusta dose del tempo da vivere appieno.
C’è la vita, la giusta ricetta è fare in modo che ognuno di noi, abbia il diritto di viverla.
Buona Giornata per la consapevolezza sull’autismo